Cari studenti, professori, collaboratori, amici dell’UPS,
siamo ormai vicini al Natale e desidero raggiungervi per porgere a ciascuno di voi gli auguri più sentiti. In questo tempo d’Avvento sono stato accompagnato nella riflessione e nella preghiera da un’immagine: quella del germoglio. Essa è presente in tanti testi dell’Antico Testamento che annunciano la venuta del Messia. Tra questi il più famoso è il capitolo 11 di Isaia, che inizia così: “Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici”. Iesse era il padre di Davide, un umile pastore chiamato a diventare il primo re di Israele. Ai tempi di Isaia la dinastia davidica era ormai scomparsa; il profeta però annuncia che, da quel ceppo così umile e ormai troncato, la linfa divina farà spuntare in modo insperato un nuovo inizio. Questa antica Parola troverà il suo compimento nella nascita di Gesù, il vero Re che porta nel mondo la salvezza e l’amore.
L’immagine del germoglio mi colpisce perché unisce in sé la piccolezza, l’umiltà, l’apparente insignificanza con l’energia, l’apertura al nuovo, la forza vitale. Gesù è venuto in mezzo a noi sbocciando silenziosamente nel grembo di Maria, grazie alla potenza dello Spirito. In Lui contempliamo Dio che entra nel mondo facendosi piccolo. Il Suo venire è apparentemente insignificante: non fa rumore, non attira l’attenzione, non ha grandezza agli occhi del mondo. Eppure trasforma radicalmente la Storia.
Anche oggi, in ciascuno di noi, Cristo viene come un germoglio: Egli non entra nelle nostre esistenze come un estraneo, ma la Sua vita sboccia nella nostra dalle profondità dell’Essere.
Il Natale ci ricorda che noi esistiamo per lasciare germogliare la Sua vita nella nostra.
Per riconoscere un germoglio, per accorgersi del suo apparire, per percepire la vita che pulsa in esso occorre un atteggiamento contemplativo: rientrare in sé stessi e ritrovare spazio per ciò che conta. La frenesia in cui spesso viviamo non crea nulla di nuovo: si limita a riprodurre ciò che è già disponibile. La frenesia non ha germogli, e non li riconosce; crea fratture interiori e genera conflitti. Solo il silenzio e l’attenzione profonda all’Altro fanno percepire ciò che sboccia.
Cari amici, questo Natale segnerà l’inizio del Giubileo della speranza: la speranza si nutre di uno sguardo che vede germogliare la vita, la bellezza, l’amore. Auguro a tutti voi di vedere in Gesù il Figlio di Dio che germoglia nella Storia e in ognuno di noi, per attraversare in questo Natale la porta della Speranza.
Buon Natale e felice anno nuovo a tutti voi.
Prof. don Andrea Bozzolo
Rettore dell’UPS