
In occasione del 150° della prima spedizione missionaria salesiana lanciata da don Bosco nel 1875, il 2-3 maggio p.v. avrà luogo a Roma presso l’Università Pontificia Salesiana (Piazza dell’Ateneo salesiano n. 1) il Convegno internazionale di Studi dal titolo: "Missioni Salesiane. Dalla lettera apostolica Maximum illud (1919) al decreto conciliare Ad gentes (1965)", promosso dall’Istituto Storico Salesiano in collaborazione con la stessa Università.
Nel corso della due giorni di lavoro un nutrito gruppo di studiosi internazionali presenterà un quarantennio di azione “in terre di missione” operata da sacerdoti e laici salesiani, partiti dalla casa madre di Torino-Valdocco alla volta di paesi esteri con popolazioni cui non era ancora arrivato il vangelo.
Fino al 1919, a fronte di oltre 150 opere educative oltreoceano in cui operavano poco meno di 1500 salesiani – orientate a formare “onesti cittadini e buoni cristiani – le missioni salesiane ad gentes erano relativamente poche: praticamente solo in America Latina (2 in Argentina, 1 nell’Equatore (1895); 2 in Brasile, 1 in Paraguay nel 1919), se escludiamo quelle in territori coloniali: la piccola Missione dell’Heung Shan al nord di Macao (Cina), la Missione di Tanjore nell’India, la missione di Elisabethville nel Congo Belga e città del Capo in Africa. Nel 1965 tali territori missionari ad gentes erano diventati quindici: sette in America del sud, sette in Asia e uno in Africa. Due le situazioni giuridiche in cui operavano: le missioni vere e proprie, direttamente a loro affidate dalla Congregazione di Propaganda Fide, vale a dire Vicariati apostolici, Prefetture apostoliche, Prelature ‘nullius’, Diocesi; e i centri di missione posti sotto la giurisdizione altrui.
Un resoconto ufficiale del 1970 scriveva che “l‘attività missionaria dei salesiani… si svolge in parrocchie (un centinaio circa), residenze (500), stazioni con cappella e catechista (1500); funzionano inoltre scuole per indigeni (in prevalenza esternati), ospedali, ambulatori, dispensari, ricoveri per anziani. Non è possibile fornire cifre, neppure approssimative”. Ma neppure si citavano l’ampio apostolato della stampa nelle lingue locali, la fondazione di piccoli seminari, gli spettacoli teatrali e musicali, la formazione di catechisti laici attraverso programmi speciali, cui andrebbero aggiunti i validissimi contributi etnologici, linguistici, storici, geografici, meteorologici.
Apriranno i lavori del Convegno il 2 maggio i saluti ufficiali del Segretario del Dicastero per l’Evangelizzazione dei popoli, mons. Fortunatus Nwachukwa, del neo Rettor Maggiore dei salesiani, don Fabio Attard, e del Rettore della Pontificia Università Salesiana prof. Andrea Bozzolo. Seguiranno nella mattinata la presentazione del contesto storico-ecclesiale delle missioni nel primo novecento, un intervento sui problemi teologico-culturali ad esso sottesi ed una memoria delle prime missioni in Patagonia (1875-1919). Nel pomeriggio e nel primo mattino del 3 maggio verranno invece presentate la politica missionaria del Governo Centrale Salesiano e le esperienze missionarie in cinque paesi, quali Ecuador, Brasile, India, ex-Congo belga e Sudafrica.
Sempre il 3 maggio si affronterà il tema missionario da punti di vista particolari ma di notevole interesse: le case di formazione missionaria, la stampa missionaria, la filmografia missionaria, i missionari fondatori di congregazioni missionarie, i santi missionari, i musei missionari…. I lavori si concluderanno con uno sguardo sul presente e sul futuro missionario della Congregazione e della Famiglia salesiana a cura del Consigliere Centrale per le missioni salesiane.