Lezione aperta

Un cambiamento d'epoca? La società dell'informazione tra speranza e timore

Lunedì 9 dicembre, una lezione aperta promossa dall'Istituto di Sociologia per comprendere le profonde trasformazioni della nostra epoca
  25 novembre 2024

Le generazioni dei giovani contemporanei stanno affrontando uno sconvolgimento del piano della comunicazione e della prospettiva educativa, rispetto alle generazioni precedenti, che rende complessa e difficile la conoscenza dello scenario presente e immediatamente prossimo.

Tecnologie dotate di intelligenza artificiale, scenari di post-verità e fake news, minacce di perdita massiccia di lavoro, cyborg e progetti di organoidi… e tutte le complesse dimensioni che si inseriscono nella grande transizione sociale della rivoluzione digitale, se da un lato alimentano le utopie più spinte di conquista dello spazio, dall’altro spaventano e terrorizzano gli animi che si sentono meno ottimisti, fortunati o semplicemente furbi.

Come stanno i giovani oggi in questa società sempre più “informata” e tecnologica? Come stanno le loro menti? Cosa e come pensano in questa società? Cosa desiderano conoscere?  A quale cultura dovrebbe educare l’università? Quale educazione proporre in una società così complessa? Quale rapporto tra educazione e ricerca accademica?

Queste e tante altre domande sono al centro della riflessione del rapporto tra educazione e società, oggetto di studio del corso di Sociologia dell’educazione, che lunedì 9 dicembre, alle ore 15:30, presso l'Aula Paolo VI, offre una lezione aperta dal titolo Un Cambio d'Epoca? La Società dell’Informazione tra Speranza e Timore, che accoglie la partecipazione di un ospite autorevole, il prof. Giovanni Maddalena. Filosofo della comunicazione e del linguaggio, il Docente aiuterà a orientarsi nella grande complessità di queste relazioni della società dell’informazione, dove l’industria tecnologica, la separazione del vero dal falso, governi oligarchici, propagande politiche senza limiti per disinformazione e complottismo e tecno-ottimismi radicali sembrano minacciare l’umanità intera.

E se la strada fosse aprirsi al possibile umano e non solo al possibile tecnologico? E se il possibile potesse avere a che fare con l’educare allo stupore, l’educare alla creatività e alla speranza?