SPIRITUALITÀ SALESIANA

Duecento anni dal “sogno dei nove anni”

Per l'occasione, l'editrice LAS ha deciso di rieditare un estratto del primo accadimento stra-ordinario della storia personale e vocazionale di Don Bosco
  4 settembre 2023

“All'età di nove anni ho fatto un sogno, che mi rimase profondamente impresso nella mente per tutta la vita” – così ricorda, nelle sue Memorie dell’Oratorio, San Giovanni Bosco a proposito del primo accadimento stra-ordinario della sua storia personale. Per la famiglia salesiana questo è uno degli incipit più famosi della letteratura del santo fondatore della Congregazione: perché è proprio a partire da e in quel sogno che si radica profeticamente la chiamata divina e l’origine della vocazione del santo dei giovani.

Nel 2024 ricorrerà il bicentenario del “sogno dei nove anni” e, per celebrare l'eccezionalità dell'evento, l'editrice LAS ha deciso di rieditare un estratto de “I sogni di don Bosco” del quale è autore il curatore della medesima opera saggistica, don Andrea Bozzolo, Rettore dell’Università Pontificia Salesiana.

Il sogno dei nove anni” si caratterizza per essere “uno studio che affronta questioni ermeneutiche (più complesse) e propone del sogno una lettura teologico-spirituale (più piana)” – come spiega lo stesso don Bozzolo. La preziosità offerta da questa riflessione profonda sta nella capacità con cui l'autore conduce il lettore ad una riscoperta della dimensione onirica, liberandola dal pregiudizio moderno che vorrebbe ridurre questo testo di straordinario valore ad una narrazione romantica.

Può Dio consegnare all'uomo, in questo caso ad un bambino, il segno e il mistero della propria esistenza attraverso un sogno? Può Dio rivelarsi ai nostri occhi quando riposiamo ad occhi chiusi? Può Dio affidarci una missione attraverso la mediazione dell'immaginazione onirica? Certo che sì: a raccontarcelo sono in prima istanza le vicende umane e spirituali di grandi protagonisti dei testi biblici; ma in occasione della celebrazione di questo speciale bicentenario lasciamo che ad istruirci - sulla capacità di riconoscere Dio in quella “dimensione di chiaroscuro che il sogno porta con sé”, come scrive don Bozzolo - sia il piccolo Giovanni.