Teologia

Integrare i saperi: un percorso di umanizzazione

L'Università, luogo fecondo di ricerca e relazioni umane
  17 febbraio 2020

Basarab Nicolescu afferma che "una realtà multidimensionale e multirefenziale è incompatibile con il culto della personalità".[1] L’opzione di confrontarsi nella forma più decisa e aperta possibile con la complessità della realtà è infatti la via migliore per evitare le ossessioni del soggetto egocentrico e le fissazioni escludenti attorno a singole figure, com’è altrettanto vero che le espressioni e i comportamenti segnati dall’individualismo, pure quelle meno evidenti, hanno origine da qualche traccia di parzialità nel rapportarsi all’esistenza. I riduzionismi nella visione della persona e del mondo hanno conseguenze fatali e si dimostrano insidiose già dalle prime manifestazioni.

Il mondo universitario in genere deve identificare qui un dovere precipuo nella sua missione culturale e nel suo servizio per la società. Promuovere l’ampiezza intellettuale e affettiva che accoglie la diversità di prospettive non soltanto ha un carattere salutare per prevenire e trattare i comportamenti intransigenti ed esclusivisti, ma appartiene allo stile di vita in corrispondenza con la visione transdisciplinare della realtà che lo stesso Nicolescu sta approfondendo e diffondendo con i suoi studi, pubblicazioni e incontri. Tale stile transdisciplinare di presenza umana nel mondo include altrettanto l’esigenza di un rigore che evita i semplicismi e la prontezza per confrontarsi serenamente con il pensiero discordante e pure contrapposto.

La nostra realtà accademica in particolare costituisce uno spazio privilegiato per avanzare in una prassi transdisciplinare che si afferma nella diversità dei soggetti coinvolti con i propri percorsi di studio, di ricerca e di docenza, ma scopre nell’umano da tutelare la causa comune che attraversa ogni iniziativa, la orienta e la guida. L’UPS è un luogo in cui l’incontro multiculturale e il confronto multidisciplinare sono l’esperienza abituale per far emergere quel nucleo comune e fecondo per il lavoro intellettuale nelle singole specializzazioni. Non si tratta di un fatto di mera vicinanza fisica o di partecipazione temporanea ad un evento o indagine, ma il coinvolgimento responsabile, sovente faticoso, nella premura o cura per l’esistenza umana, vista con il senso della dinamicità e della relazionalità.

Lo stile transdisciplinare nella comunità universitaria ha un risvolto concreto nell’esercizio dell’ascolto attento e rispettoso, nell’apprezzamento del contributo offerto da ciascuno, nella collaborazione generosa ai progetti, nella promozione della diversità attraverso il dialogo, nella condivisione dei risultati e delle intuizioni. Senza un impegno concreto in questa linea, la transdisciplinarità diventerebbe uno slogan vuoto. Declinare la diversità con l’animo della condivisione è il percorso di umanizzazione che l’università è chiamata a fare e a proporre.

 Antonio Escudero

Vicedecano della Facoltà di Teologia

 

[1]    B. Nicolescu, Il manifesto della transdisciplinarità, Messina, Armando Siciliano 2014, p. 103.