Il Convegno sulla “Teologia in uscita”, che si svolgerà il 12 febbraio 2025 alle ore 9.00, presso la Sala Juan Vecchi dell'Università, è organizzato dalla Facoltà di Teologia (FT) e si colloca all’interno dell’incontro dei Presidi dei Centri aggregati e affiliati della FT per offrire un aggiornamento teologico nell’attuale contesto ecclesiale e culturale.
La teologia, nelle diverse ramificazioni, si va misurando sempre di più con questioni culturali inaggirabili e che hanno a che fare col futuro dell’umanità. Si pensi a: la rivoluzione digitale con tutte le implicazioni antropologiche; la responsabilità nei confronti della terra; le guerre in atto e la possibilità di una guerra mondiale; le tensioni e contraddizioni tra il processo di globalizzazione e l’affermarsi dei nazionalismi; il fenomeno migratorio; l’insoddisfazione per l’assetto economico mondiale, che si manifesta ingiusto; la necessità di fare i conti con la questione della donna, delle differenze, della reciprocità; l’istanza di costruire dialogo e cultura dell’incontro.
Le diverse discipline teologiche (tutte, in un modo o nell’altro) si aprono a questi temi; in questo senso “escono” all’aperto rispetto al contesto ecclesiale e rispetto ai temi tradizionali. Questa uscita non può rimanere in prospettiva unilaterale (da noi verso la cultura) e non può essere solo nel senso di aggiungere, in appendice, dei temi o anche solo nel senso di esplicitare maggiormente la dimensione sociale della fede. Si avverte, a partire da questi temi, la necessità di aria nuova, di un orizzonte più aperto, di fare un discorso in qualche modo comprensibile a tutti. Si avverte anche che il contesto culturale è sempre meno interessato alle questioni relative a fede-cultura, fede-scienza, fede-ateismo, ecc., che suppongono un previo interesse per la religione cristiana (che non è per niente scontato).
L’accento si sposta, piuttosto, sulla qualità dell’umano e cioè sull’asse dell’umano-disumano (si pensi ai dibattiti sul postumanesimo e sul transumanesimo). È come se la teologia dovesse trovare un altro punto di contatto e di interazione con la cultura; come se fosse necessaria una nuova apologetica o forse come se bisognasse rompere con l’attitudine (sottilmente) apologetica e manifestare sincera passione per l’umano e per la sua verità. Si tratta di attraversare l’umano “con fede” piuttosto che di condurre l'umano “alla fede”.
Il movimento di uscita sembra, come per contraccolpo, rinviare la teologia su se stessa, sulle sue sorgenti, per ricomprendersi più radicalmente (nel senso letterale di rifare i conti con le radici). Si ripropongono domande del tipo: qual è il punto di partenza della teologia? Qual è l’orizzonte della sua riflessione? La teologia, evidentemente, ha radicalmente a che fare con l’evento del Cristo. Ma cosa vuol dire? Può questo ridursi a partire dalla Scrittura, dalla tradizione o dal simbolo della fede?
Con queste domande si confronteranno la prof.ssa Lucia Vantini, con una relazione su L'inedito delle teologie: rimozioni di sempre e novità inaspettate, e il prof. Simone Morandini con una relazione su Tradizione per un tempo nuovo: una teologia sui confini? Alle due relazioni seguirà un dibattito in aula per accogliere proposte, idee, suggestioni che possano sostenere il cammino di una “Teologia in uscita”.