Pensare la società in termini di essere umano richiede al soggetto di superare una logica che disumanizza, che ha come basi l'individualismo, il profitto e la competizione e che è frutto di una società capitalista e diseguale. Per questo il volontariato è così importante, perché aiuta le persone a superare i limiti della scienza e a vedere il mondo da una prospettiva diversa, dal punto di vista dell'empatia, della solidarietà e dell'impegno verso gli altri. Noi studenti dell'UPS, in quanto partecipanti al Servizio Pastorale, abbiamo scelto di collaborare con il gruppo"Banca dei Talenti" come attività di volontariato.
Si tratta di un gruppo composto da volontari che si riuniscono ogni venerdì sera presso la Basilica del Sacro Cuore per preparare e distribuire pane, pizza, dolci, tè, ecc. ai poveri senza fissa dimora di cinque zone intorno alla parrocchia, situata vicina alla Stazione Termini. L'obiettivo principale del servizio offerto dai volontari non è quello di distribuire cibo e bevande, ma di instaurare un dialogo e una relazione che arricchisca entrambe le parti.
Oltre a sviluppare e migliorare le competenze sociali, l'impegno nel volontariato e la partecipazione ad attività altruistiche ci danno la possibilità di conoscere meglio noi stessi e di scoprire lo scopo della nostra vita. La socializzazione con persone di diversa provenienza e classe sociale, con storie di vita diverse, allarga i nostri orizzonti e ci dà una visione più profonda del mondo. È un modo per immergerci in altre realtà e comprendere le barriere che alcune persone devono affrontare per svilupparsi psicosocialmente ed economicamente. È anche un'opportunità per entrare in contatto con altre culture, ampliare il nostro repertorio e, soprattutto, dare visibilità a coloro che si trovano nell'invisibilità sociale e che non hanno voce e spesso non hanno motivo di lottare.
Il volontariato, quindi, oltre ad essere un'esperienza che ci trasforma, ci ricorda quanto siamo privilegiati ad avere tutta l'assistenza di cui abbiamo bisogno nella nostra vita, a essere liberi di andare e venire, ad avere voce, a poter esprimere la nostra opinione e, in un certo senso, a essere protagonisti della nostra storia. Ma soprattutto ci aiuta a fare un esodo personale, a uscire da noi stessi e a renderci conto che i nostri bisogni sono spesso egoistici, superficiali e infondati. Ci aiuta ad avere uno sguardo più sensibile sul mondo, sulla realtà, e soprattutto ci dà la possibilità di capire che dietro ogni volto sfigurato dalla fame, dalla sofferenza, dalla dipendenza, che incontriamo per strada, c'è una storia e la scopriamo solo quando ci rendiamo disponibili ad ascoltare con tutti i nostri sensi.
Amélia Soares – Studentessa dell’UPS