"Fate coro! L'università, infatti, è la scuola dell’accordo e della consonanza tra voci e strumenti diversi. Non è la scuola dell'uniformità: no, è l'accordo e la consonanza tra voci e strumenti diversi" – con queste parole Papa Francesco si è rivolto alle migliaia di studenti, docenti e collaboratori delle Università e Centri Accademici Pontifici che sabato 25 febbraio hanno partecipato all'Udienza del Santo Padre.
Un'armonia che va cercata in se stessi, attraverso "tre intelligenze che vibrano nell’anima umana: quella della mente, quella del cuore e quella delle mani". Ed è in particolare su quest'ultima intelligenza, quella più sensoriale, che si è soffermato il Pontefice: "Si può dire, infatti, che essa sia come la scintilla del pensiero e della conoscenza e, per certi versi, anche il loro risultato più maturo. La prima volta che sono uscito in Piazza, da Papa, mi sono avvicinato ad un gruppo di ragazzi ciechi. E uno mi disse: Posso vederla? Posso guardarla? Io non capii. Sì – gli ho detto. E con le mani cercava… mi ha visto toccandomi con le mani".
Nella custodia dell'armonia interiore, Francesco ha invitato le Istituzioni Pontificie a "fare coro", ricordando che – nel corso dei secoli – è stata la generosità e la lungimiranza di molti ordini religiosi ad arricchire Roma di un numero notevole di Facoltà e Università. Al tempo stesso, però, "Specie dopo la pandemia del Covid 19, urge avviare un processo che porti a una sinergia effettiva, stabile e organica tra le istituzioni accademiche, per meglio onorare gli scopi specifici di ciascuna e per favorire la missione universale della Chiesa - e prosegue - Vi invito, pertanto, a non accontentarvi di soluzioni dal fiato corto, e a non pensare a questo processo di crescita semplicemente come a un’azione “di difesa”, volta a fronteggiare il calo delle risorse economiche e umane. Va visto, piuttosto, come uno slancio verso il futuro, come un invito ad accogliere le sfide di un’epoca nuova della storia".
Ripartire quindi da un’eredità ricchissima, che può promuovere vita nuova, "ma che può anche inibirla, se diventa troppo autoreferenziale, se diventa un pezzo di museo. Se volete che abbia un futuro fecondo, la sua custodia non può limitarsi al mantenimento di quanto ricevuto: deve invece aprirsi a sviluppi coraggiosi e, se necessario, anche inediti. Essa è come un seme che, se non lo si sparge nella terra della realtà concreta, rimane solo e non porta frutto (cfr Gv 12,24)". E conclude: "Vi incoraggio dunque ad avviare al più presto un fiducioso processo in questa direzione, con intelligenza, prudenza e audacia, tenendo sempre presente che la realtà è più importante dell’idea".
La nostra Università ha partecipato all'incontro con il Santo Padre con una delegazione di circa 400, tra studenti, docenti e personale. Il Rettore Magnifico, prof. don Andrea Bozzolo, e la studentessa Viktorija Kalic hanno potuto testimoniare al Papa la vicinanza e l'affetto di tutta la comunità accademica dell'UPS.
Al termine dell'Udienza, il Papa ha ricevuto il Rapporto delle Università e Istituzioni Pontificie presenti a Roma, presentato in conferenza stampa lo scorso 23 febbraio.
Discorso del Santo Padre Francesco, 25 febbraio 2023, Aula Paolo VI