Siamo stati tutti sconvolti dalla situazione che è stata generata dal Covid-19, un’emergenza che ha riguardato tutto il mondo e ha coinvolto anche noi.
Da un giorno all’altro ci siamo ritrovati chiusi in casa, impoveriti di quel mondo di relazioni in cui eravamo immersi. Non è stato semplice, soprattutto essendo abituati a vivere l’Università come una comunità, un ambiente in cui regna la relazione con il prossimo e il contatto diretto con colleghi e professori, sotto la guida degli insegnamenti di Don Bosco.
Il lockdown, a modo suo, ci ha ricordato in maniera forte quanto la relazione sia importante per la nostra vita, in particolare quelle buone relazioni che facevano parte delle nostre giornate che, grazie ai rapporti instaurati tra noi e con i professori, nascono e si consolidano. Le amicizie, le chiacchierate davanti alle macchinette, le lezioni e tutti gli eventi organizzati dall’Università esprimevano proprio il desiderio di stare insieme e sono le cose che ci sono mancate di più in questo periodo di lockdown.
Fortunatamente però la ripresa delle lezioni on-line hanno comunque garantito sia lo svolgimento delle lezioni sia le relazioni, anche se vissute solo virtualmente. Abbiamo continuato a sentire il calore dell’UPS anche se fisicamente non potevamo essere presenti e ci siamo sempre sentiti, seppur distanti, molto uniti.
Abbiamo imparato a studiare in modo differente tramite le piattaforme on-line, a lavorare in gruppo a distanza e a scrivere le tesi utilizzando la biblioteca on-line.
Abbiamo imparato come ci si sente a sostenere esami a distanza, senza avere fisicamente il professore di fronte e senza poterlo guardare negli occhi.
Abbiamo imparato a gestire le emozioni delle tesi on-line svolte in casa, con pochi parenti ma con la grande soddisfazione di aver raggiunto un traguardo importante.
Un mondo che inizialmente ci è sembrato capovolto ma che piano piano abbiamo scoperto, fatto nostro e accettato in un momento così delicato.
Per molti studenti fuorisede è stato ancora più difficile perché lontani dalle loro famiglie senza alcuna possibilità di poterle raggiungere, ma con il calore dei loro colleghi e delle loro comunità sono riusciti a superare questa situazione.
Siamo stati colpiti per le notizie di quanto stava accadendo nel campus, ma anche in quella situazione quanto costruito con pazienza ha mostrato il valore aggiunto che caratterizza la nostra università. Sono state tante le dimostrazioni di affetto e di sostegno, anche da parte di noi studenti, espressione del sentimento di famiglia che caratterizza la nostra Istituzione. “Comunità accademica” non è una semplice descrizione formale, ma segno dell’unione che ci lega, perché l’Università Pontificia Salesiana non è solo un luogo di ricerca e trasmissione di nozioni, ma un ambiente di relazioni feconde, scuola di vita, comunità nella diversità.
Ci teniamo a rivolgere un ringraziamento particolare al nostro Rettore, don Mauro Mantovani, ai Decani, ai docenti e a tutti coloro che lavorano all’interno dell’Università che, nonostante i difficili momenti attraversati in questo periodo hanno saputo reagire, affidarsi al Signore ed essere sempre al fianco di noi studenti con pazienza, costanza e disponibilità.
i Rappresentanti degli studenti