Comunicazione

Narrare storie buone per costruire, non distruggere

Domenica 24 maggio si celebra la 54ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni sociali
  21 maggio 2020

Domenica 24 maggio, in concomitanzia della Solennità dell'Ascensione del Signore, si celebra la Giornata Mondiale delle Comunicazioni sociali, che quest'anno ha per tema: "Perché tu possa raccontare e fissare nella memoria (Es 10,2). La vita si fa storia". 

A pochi giorni dall'inizio della "fase 2" il tema, scritto prima della pandemia, si rivela di imprevedibile attualità per l'intera società umana e propone un particolare punto di vista sull'esperienza che stiamo vivendo.  

Nel messaggio pubblicato, come di consueto, il 24 gennaio, memoria di S. Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, il Santo Padre ha sottolineato che "per non smarrirci abbiamo bisogno di respirare la verità delle storie buone: storie che edifichino, non che distruggano; storie che aiutino a ritrovare le radici e la forza per andare avanti insieme". Nell'incertezza e nella fragilità "abbiamo bisogno di una narrazione umana, che ci parli di noi e del bello che ci abita. Una narrazione che sappia guardare il mondo e gli eventi con tenerezza; che racconti il nostro essere parte di un tessuto vivo; che riveli l’intreccio dei fili coi quali siamo collegati gli uni agli altri". In altre parole "solidarietà" verso chi è in difficoltà, chi si è smarrito per rinnovarci nella storia e rinnovarla ai nostri occhi. "Raccontare a Dio la nostra storia non è mai inutile: anche se la cronaca degli eventi rimane invariata, cambiano il senso e la prospettiva. Raccontarsi al Signore è entrare nel suo sguardo di amore compassionevole verso di noi e verso gli altri. Con Lui possiamo riannodare il tessuto della vita, ricucendo le rotture e gli strappi".

Lo storytelling arricchito di senso si allontana dalla mera pubblicità e diventa "memoria di ciò che siamo agli occhi di Dio, rivelazione a ciascuno che la sua storia contiene meraviglie stupende". Il Messaggio del Papa ci aiuta in questo momento a vivere il nostro presente senza dimenticare il passato; sarà importante quindi non vanificare gli sforzi e i sacrifici dei mesi precedenti, ricordando - ecco il "fissare la memoria" - le vittime, i contagiati, i medici, gli infermieri e quanti si sono adoperati per garantire i servizi essenziali. In modo particolare gli addetti alla comunicazione, che hanno lavorato durante la pandemia - e continuano a farlo - senza sosta, raccontando con serietà e professionalità "storie buone" costruttive e non distruttive.