Pastorale Universitaria

#unknownRome: Santa Cecilia. Visita della domus e degli scavi

Un nuovo appuntamento dedicato alla visita della domus e degli scavi della Basilica di Santa Cecilia in Trastevere
  21 ottobre 2024

Nell'ambito dell'iniziativa #unknownRome, promossa dalla Pastorale Universitaria, un nuovo appuntamento dedicato alla visita della domus e degli scavi della Basilica di Santa Cecilia in Trastevere.

La visita è programmata per il prossimo 16 novembre 2024 alle ore 10:00. Punto d'incontro è Piazza di Santa Cecilia. E' necessario prenotarsi tramite il link indicato sulla locandina, qui allegata, entro e non oltre il 6 novembre.

La basilica di Santa Cecilia in Trastevere è un luogo di culto cattolico situato nel rione Trastevere, nel centro storico di Roma, situata in Piazza di Santa Cecilia, 22. Ha la dignità di basilica minore. La leggenda vuole che la chiesa sorga sulla casa familiare di Cecilia, «[…] vergine illustre, nata da nobile stirpe romana», che subì il supplizio verso il 220.

La Legenda Aurea narra che papa Urbano I, che aveva convertito il marito di lei, Valeriano, ed era stato testimone del martirio, «[…] seppellì il corpo di Cecilia tra quelli dei vescovi e consacrò la sua casa trasformandola in una chiesa, così come gli aveva chiesto».

Il Titulus Caeciliae è in effetti attestato già dal V secolo. All'inizio del IX secolo, più precisamente nell'822, papa Pasquale I, grande recuperatore di reliquie ed edificatore di chiese (Santa Maria in Domnica, Santa Prassede), ebbe in sogno la visione di Cecilia che gli rivelava la propria sepoltura; fece quindi erigere in quell'anno la chiesa in forma basilicale sul luogo della precedente e vi traslò il corpo.

Durante i lavori di ristrutturazione effettuati nel 1599 dal cardinale Paolo Emilio Sfondrati, (nipote di papa Gregorio XIV, e il cui monumento funebre è quello che si vede nel portico, a destra) fu aperto il sepolcro di marmo e nella ulteriore cassa di cipresso che esso racchiudeva si ritrovò il corpo quasi integro della santa, vestito di bianco e con il segno delle ferite sul collo. L'evento fu considerato miracoloso tanto che anche papa Clemente VIII andò a constatarlo. Si commissionò allo scultore Stefano Maderno la riproduzione della figura così com'era stata ritrovata. L'eccezionale opera in marmo pario, attualmente esposta sotto l'altare maggiore, testimonia nei secoli l'evento.