L’UPS è stata – ed è ancora – un punto di riferimento, uno spazio in cui mi sono sentita accolta e accompagnata.
Mi sono laureata in Psicologia dello sviluppo e dell’educazione nel 2017, e proprio quegli anni di università mi hanno aiutata a maturare, a mettermi alla prova, a confrontarmi con i miei limiti e a interrogarmi sul motivo per il quale avessi scelto di intraprendere proprio questo percorso di studi.
Per cui una delle cose per cui sono più grata all’Università è l’avermi dato la possibilità di fare un percorso su me stessa, anche quando sembrava che stessi semplicemente ascoltando una lezione, frequentando un laboratorio o preparando l’ennesimo esame. Penso che nessun istante del mio percorso accademico sia stato solo un’acquisizione passiva di teorie o tecniche.
Ed è proprio l’enfasi posta sulla dimensione educativa, non solo su quella clinica, che mi accompagna oggi nel mio percorso professionale. Mi occupo di programmi di riabilitazione socio-educativa nell’ambito di progetti di PTRP della Asl RM6, rivolti a pazienti affetti da psicosi, aventi come obiettivo la promozione dell’autonomia e lo sviluppo di abilità sociali. Inoltre svolgo interventi domiciliari, rivolti a pazienti con patologie terminali, in particolare SLA e alle loro famiglie, per il supporto durante il decorso della malattia e l’accompagnamento al fine vita. Sono convinta che il percorso di crescita e formazione personale fatto all’UPS sia il grande valore aggiunto degli interventi che svolgo.
Ma all’Università Salesiana devo anche l’occasione di avermi fatto scoprire il mondo del volontariato, per cui qualche anno dopo ho potuto costruire un sogno, che si chiama “Amma Heima-ODV”. La nostra associazione si rivolge ad anziani, soprattutto soli e alle loro famiglie. L’obiettivo è quello di supportarli in questa fase del ciclo vitale, che spesso appare molto delicata, soprattutto quando subentra un deterioramento cognitivo o una demenza. Prevalentemente svolgiamo il nostro servizio a domicilio e all’interno di alcuni reparti del Policlinico Umberto I.
Amma Heima non è solo volontariato: è uno spazio, “una casa” in cui ci si sente visti e riconosciuti, in cui si possono trovare dei meravigliosi “compagni di strada”. Intraprendere un’attività di volontariato è come iniziare un viaggio, perché avvicinarsi alla sofferenza ti cambia e inevitabilmente svela parti di te, che forse non conoscevi. E’ faticoso e ci vuole coraggio, ma qui non manca!
Dott.ssa Carla de Filippis
Exallieva della Facoltà di Scienze dell’Educazione